Il giorno successivo, dopo aver sperimentato la colazione del Merils ci dirigemmo tutti e 4 alla reception per l’incontro con il referente della nostra
agenzia (Antonio) che ci illustrò quali erano le gite organizzate dell’agenzia e le usanze della gente del posto (vedi il venderti “qualsiasi” cosa), ma soprattutto alcune cose fondamentali per la “sopravvivenza” ossia come fare per rifiutare le offerte dei locali (rispondere tranquillamente con un “NO THANK YOU”) ed il “MAI ANDARE IN SPIAGGIA LA SERA SE NON SI VOLEVANO FARE BRUTTI INCONTRI” considerando soprattutto che il nostro ristorante era separato dalla spiaggia solo da uno steccato…
Dopo la riunione durante la quale conoscemmo Simo e Patty (che divennero poi parte del gruppo nel proseguo della vacanza), tutti rigorosamente in spiaggia per goderci finalmente un mare che definire splendido è solo sminuirlo, tutti con un cocktail in mano per dissetarci dal caldo umido del clima che tipico giamaicano.
I giorni sono trascorsi nel massimo relax: sveglia presto la mattina (leggi 8.00 circa) per godersi il giorno fin dalle prime luci e soprattutto con ancora la frescura, se così si può dire, del mattino, dopo di che tutti a fare colazione con frutta e caffè tranne il sottoscritto che si gustava la tipica colazione a base di omelette al prosciutto e formaggio, affettati ecc…
Poi via subito in spiaggia, perché non bisognava perdere nemmeno un minuto per abbronzarsi, passeggiare lungo la spiaggia e fare il bagno in “una piscina” tanto è limpida e calda l’acqua.
Durante tutto il giorno gente del luogo passeggiava sulla spiaggia offrendoci tour turistici dell’isola (vedi Gianni di cui racconterò il tour nel prossimo articolo) o foglie di una delle coltivazioni principali dell’isola (la marijuana – grazie Rino) o ancora giri in moto d’acqua di cui hanno usufruito Lucy, Bobo, Lory, Simo e Patty. Per chi non era interessato ad alcun genere di acquisto, cerano sempre persone che dilettavano i turisti con le loro esibizioni artistiche (il riferimento a Gilbert, per chi l’ha conosciuto, è strettamente voluto).
Diario dalla terra di Bob (parte 2 – sull’isola)
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